sabato 14 dicembre 2013

Le parole sono importanti


Dal blog di Grillo, oggi:
Il M5S non è di destra, né di sinistra, è dalla parte dei cittadini. Fieramente populista.

 Da Treccani, enciclopedia italiana:
populismo s. m. [dall’ingl. populism (der. di populist: v. populista), per traduz. del russo narodničestvo]. –

1. Movimento culturale e politico sviluppatosi in Russia tra l’ultimo quarto del sec. 19° e gli inizî del sec. 20°; (........)

2. Per estens., atteggiamento ideologico che, sulla base di principî e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi. Con sign. più recente, e con riferimento al mondo latino-americano, in partic. all’Argentina del tempo di J. D. Perón (v. peronismo), forma di prassi politica, tipica di paesi in via di rapido sviluppo dall’economia agricola a quella industriale, caratterizzata da un rapporto diretto tra un capo carismatico e le masse popolari, con il consenso dei ceti borghesi e capitalistici che possono così più agevolmente controllare e far progredire i processi di industrializzazione.

Da Wikiquote:
Demagogia è l'arte di trascinare e incantare le masse che, secondo Aristotele, porta alla oligarchia o alla tirannide. In ogni caso, il termine indica un agire e un «mobilitare» dall'alto che non ha nulla da spartire con la democrazia come potere attivato dal basso.
 
Così, tanto per.

giovedì 12 dicembre 2013

Qualcuno era di sinistra

 
Ieri ho visto in televisione l'intervista a un ragazzotto, a margine della protesta scoppiata in questi giorni. Non ricordo in quale piazza fosse (non Torino, Milano forse, ma non ha troppa importanza), e di quello che ha detto mi è rimasto un eco piuttosto vago, ma fastidioso. Ha letto un documento, una specie di manifesto, poche righe che suonavano così: "noi non siamo né destra né sinistra, non facciamo riferimento a nessuna ideologia, a nessun partito, a nessuna religione (sic), a nessuna etnia" e via elencando, "cosa siamo? siamo il popolo". La richiesta di questo suo "popolo", che non si è capito quanto numeroso fosse, era quella che girava per la maggiore: i politici, tutti a casa.
Ne ho sentite poi altre di interviste a gente che a fatica riusciva a esprimersi in italiano corretto, ma anche a chi pur facendolo non andava oltre la conclusione che così non va, che se ne devono tutti andare, che "noi siamo il popolo", che "ci hanno rovinato", oltre al solito mantra né destra né sinistra né partiti né sindacati.
In questi casi prendo con le molle quanto passa in televisione. Sicuramente c'era gente che qualche frase articolata e un pensiero logico e mirato lo avrebbe pure tirato fuori, ma non sono quelli da mostrare, ora. Ora bisogna far sbollire la rabbia, quindi minimizzare, se possibile ridicolizzare (e in questo il masaniello in Jaguar ha dato una bella mano da solo).
Paradossalmente a smorzare i toni ci ha provato Grillo, cercando di canalizzarli dalla sua parte: non lo ha calcolato nessuno. Alla fine a furia di sbraitare ci si è abituati anche alle sue sparate, il che è grave, perché a furia di alzare l'asticella finisce che devi per forza superare la misura. Ci sta arrivando piuttosto in fretta a sputtanare il Movimento, e non so se è un bene o un male, visto che condivido l'ansia di cambiamento della base, ma me ne allontanano i metodi scelti, la negazione di una appartenenza che finisce per negarne le finalità, e soprattutto quello che mi sembra venga fuori dall'atteggiamento tenuto dai propri capi. Come ho detto altre volte un recinto ci vuole, il fenomeno Grillo per me non è altro che questo, un comodo cane da guardia a difesa dello stesso potere che dice di voler abbattere (ma è solo una mia percezione personale, e capace che mi sbaglio).
Comunque, la mia opinione riguardo a quanti (imprenditori, agricoltori, artigiani, operai, precari etc) ora si lamentano è in larga parte questa qua, ma ci sarebbe da ribadire che se le cose stanno così la colpa è pure di chi non ha saputo intercettare il malcontento per incanalarlo verso quello che si riteneva la direzione giusta. Non aver saputo contrastare la negazione di schieramenti e ideologie è una colpa grave su cui la sinistra italiana dovrebbe interrogarsi e trovare il modo di correre ai ripari, e pure in fretta.
Negare di avere ideologie o appartenenze, come fa la maggioranza di chi è sceso in piazza, ma come fanno pure tanti di quelli che in questi ultimi due anni si è dato ai cinquestelle, è ammettere inconsapevolmente un proprio vuoto, ma dato che nessuno è realmente vuoto (qualche valore e sentimento ce l'hai anche senza saperlo), da qualcosa è comunque riempito. Siamo italiani, naturalmente portati a sentimenti e valori di destra si dice, e per quel che mi riguarda è vero, almeno per un motivo. Un sentimento di destra è per sua natura conservatore, nasce fondamentalmente dalla paura di perdere ciò che si ha: evidentemente la maggioranza di italiani pensa di avere ancora qualcosa da perdere, da qui la paura, da qui la reazione e il gioco è fatto. Ci sono poi quelli che da perdere non hanno più nulla, ma gli manca l'idea di futuro, e siamo sempre lì: paura del futuro etc etc.
Essere di sinistra, pensare da sinistra, presuppone guardare più al domani che non all'oggi, mantenendo e difendendo però valori che arrivano dal passato. Quel domani forse non arriverà mai, ma lo sforzo teso a conseguire il risultato infonde coraggio, dà speranza, leva la paura. C'è però il problema che chi in anni passati si faceva carico di infondere e trasmettere questi sentimenti (partiti, movimenti, sindacati) o ha smesso di farlo (e tanti purtroppo hanno smesso, colpevolmente), o è stato impossibilitato a farlo (vedi la guerra contro la Fiom da parte della Fiat, ad esempio).
Forse è ora che le poche forze di sinistra ancora presenti tornino ai valori e ai sentimenti originari, è ora che quanti si sentono di sinistra, pur non impegnandosi attivamente, abbiano il coraggio di ammetterlo a se stessi e facciano scelte conseguenti e coerenti col proprio sentire.
Siamo in pratica tornati indietro di un secolo. Allora i movimenti di sinistra si allargarono prendendo tra le proprie fila un popolo di analfabeti, dando loro speranza e conquiste sociali. Vi sembra davvero che la situazione di oggi, dove la speranza è morta e le conquiste sociali perdute, sia molto diversa da allora?

mercoledì 11 dicembre 2013

Forche e forconi


Su una cosa siamo tutti d'accordo: così non va. Poi al solito ci si divide. Questa faccenda dei forconi porta a chiedersi, a chi da tempo denuncia lo stato di cose, se non sia il caso di appoggiarli e scendere a dar man forte, perché le ragioni di fondo sono sacrosante.
E' vero, non ce la si fa più. E' vero, siamo schifati. E' vero, qualcosa bisogna fare. E' vero, da tempo ci si aspettava che qualcosa del genere accadesse. Quindi la tentazione di mettersi tra quelli che urlano c'è, non fosse per dare coerenza a quanto da tempo si predica.
Poi però ti chiedi perché adesso, nel senso perché ora che si vota la fiducia a un governo che pare avviarsi a quella sorta di stabilità, per quanto precaria, che le permetta di mettere mano al disastro compiuto.
Abbiamo un governo che è una schifezza (verissimo), ma abbiamo visto tutti in che maniera è nato, come si è evoluto e come sta andando avanti. Ricordarlo non fa male: questo governo è nato da un risultato elettorale che non ha visto vincitori, da un chiamarsi fuori di una parte per mettersi comodamente all'opposizione, ha impiegato sette mesi per levarsi dal proprio interno chi a parole da vent'anni dice di voler fare e puntualmente si smentisce nei fatti. Mesi persi dietro le vicende personali di un noto personaggio che più di una volta ha esasperato i toni, personaggio che ora è fuori dal Parlamento, ma continua a guidare e a sbraitare.
Vai a vedere chi sono i promotori della protesta, e qualcosa non torna, come pure le richieste avanzate (perché far cadere il governo ora? per nuove elezioni che avvantaggerebbero chi?). Vai a vedere i modi per metterla in atto, e i metodi non piacciono affatto (chiedere ai commercianti torinesi). Noti chi cavalca la faccenda, e qualche domanda te la poni. Guardi ai tempi di attuazione del tutto e tiri giù somme.
Io qualche risposta me la sono data, e mi spiace, il tutto non mi convince, a cominciare dal fatto delle bandiere che non dovrebbero essere presenti, perché non è questione di destre o sinistre e bla bla bla. Mi spiace, una bandiera ce l'ho.
Poi su una cosa siamo tutti d'accordo: così non va.

martedì 29 ottobre 2013

Tutto ciò che resta

 
Arriva così, all'improvviso alla coscienza, alquanto inaspettato, ed è quasi un peccato, avrei voluto forse gustarlo meglio il ricordo. Ma è così che va, ed è così che deve andare. Poi, le associazioni di idee fanno il resto: una canzone, una immagine, una sensazione. Ed è tutto ciò che resta.

Skunk Anansie - Hedonism


sabato 19 ottobre 2013

Medicina



L'incalcolabile effetto antistress di uno Shalalalalà.
Da assumersi alla bisogna, non presenta controindicazioni.

martedì 15 ottobre 2013

Dedicato

 
Se ne andava in un modo beffardo 46 anni fa, investito da un'auto guidata da un suo giovanissimo tifoso che poche ore prima aveva gioito per le sue magie in campo, Gigi Meroni, calciatore, stilista, pittore, artista nell'anima, uomo. In quest'epoca di balotelli manca ancora di più.



"I read the news today oh boy
About a lucky man who made the grade"

domenica 29 settembre 2013

Compleanni

 
Mai sentito parlare di Henry Phage? E' il personaggio di una miniserie a fumetti dell'effimera etichetta americana Tekno Comics, etichetta vissuta un paio d'anni tra il '95 e il '97, giusto il tempo di pubblicare quello che per me è un gioiellino del filone steampunk, Teknophage, nato su un progetto di Neil Gaiman e sceneggiato da Rick Veitch per le matite del britannico Bryan Talbot.
Henry Phage è un rettile evoluto, un dinosauro intelligente che controlla in maniera assoluta un mondo parallelo al nostro dove l'energia per il suo mantenimento è ricavata dalle anime di persone prese nel nostro mondo grazie a frequenti incursioni tramite appositi portali spazio temporali. Qualcuno resiste e lotta, nella logica bipolare propria della vita, per cui se esiste il male esiste anche il bene e dove se c'è chi opprime c'è anche chi si oppone all'oppressione, ma, forse proprio come nella vita, il confine tra bene e male è sottilissimo, tanto che in questa storia l'eroe è rappresentato da un agente immobiliare carico di difetti (falso, arrivista, egoista, pure un po' vigliacco) ritrovatosi suo malgrado a lottare per una giusta causa, e del cattivone alla fine non si può non ammirarne la lucida, per quanto cinica, visione dell'esistente da lui stesso creato. 
Non so perché mi è venuto in mente Henry Phage proprio oggi. Questione di compleanni forse.

sabato 28 settembre 2013

Merda

 
Ok, nuova crisi di governo pare. Proprio quello che ci mancava in questo momento, ma alla fine va bene, siamo alla partita finale, manca poco a levarsi dalle scatole il nano una volta per tutte, e peccato se la pagheremo ancora, in soldoni.
Oh, poi dopo spero che chiunque in questi anni ha votato creduto sostenuto giustificato e sperato in uomini di merda con una morale di merda, ideali di merda, politiche di merda guidati da un uomo di merda, abbia il coraggio e la dignità di tacere per un numero di anni almeno pari ai venti in cui li abbiamo dovuti sopportare.
Grazie.

lunedì 23 settembre 2013

Di blocchi e specchi


Andare a cercare le ragioni di un blocco pressoché totale in ciò che ci si augura possa accadere (qualsiasi cosa, da un nuovo lavoro a una risposta che aspetti, dal superamento di un qualche vizio alla conquista di una qualche virtù, passando magari per inaspettate quanto improbabili fortune, mai conosciute in verità), ma che per qualche strano motivo finisce per non accadere quasi mai se non in rare sporadiche fiammate che a conti fatti, dopo, lasciano sempre il tempo che trovano, porta a conclusioni che definire scontate è dire poco, perché alla fin fine la ragione ultima di tutto ce l'hai talmente vicina che proprio per questo stenti a vederla. Utile in questi casi uno specchio.

venerdì 6 settembre 2013

Avrei una domanda

 
Ma...... e se per fermare gli "stati canaglia" (toh, ecco che tornano, nel più puro stile Bush: che cambiamento!) il meno meritato premio Nobel per la Pace di sempre Obama decidesse di attaccare la Siria; e se Putin e la sua Russia decidessero di far fede all'appoggio dato al regime di Assad e si schierassero anche militarmente; e se pure gli altri alleati siriani, l'Iran la Cina e diversi stati arabi, lo facessero; e se noi ci trovassimo a dover onorare quanto scelleratamente firmato oggi da scendiLetta...... pronti a trasferirsi su Marte?

Lettura consigliata.

mercoledì 4 settembre 2013

Mah!

 
Ho giocato al superenalotto. Ogni tanto lo faccio, butto via cinque euro, hai visto mai. Difatti ho visto mai: ne avessi centrato almeno uno, di quei numeracci bastardi! Che poi io lo so che non sono fortunato al gioco, e sarà per questo non gioco mai, ma se non giochi non vinci, e se non vinci è perché non sei fortunato al gioco, io questo come si diceva lo so bene per cui ogni tanto gioco, così, giusto per averci almeno una sicurezza nella vita.
Che poi, sfortunato al gioco fortunato in amore dice un vecchio detto, e io mi sono sempre chiesto chi è l'imbecille che ha messo in giro certe voci. Più che altro su quali basi: hai fatto statistiche, hai condotto esperimenti, parli per esperienza personale? Non lo so, dinne una che soddisfi il mio bisogno razionale di appartenente alla razza che ha messo piede sulla luna e ha inventato il frigorifero, altrimenti qua vale tutto, pure credere che Francesco sia il rappresentante di Cristo in terra, per dire. E' anche vero, a dirla tutta, che alla mia razza appartiene anche gente che definisce Berlusconi "statista", ma non è che potevamo venire su tutti bene, no? Anzi, a ben vedere di gente venuta su non tanto come si deve ce n'è pure troppa a mio avviso, ma son punti di vista: il mio è che il 90% del genere umano è qui solo a produrre anidride carbonica e a consumare ossigeno inutilmente, ma forse mi sbaglio, forse la percentuale è un po' più alta, ad ogni modo non ho prove al riguardo per cui lasciamo perdere.
Comunque, mai fidarsi dei vecchi detti, perché se è vero che sfortunato da un lato fortunato dall'altro, io a quest'ora dovrei averci milioni a palate visto come sono andate finora le cose, ma è pur vero che "finché c'è vita c'è speranza", come ha detto qualche altro di quei vecchiacci sputamassime. Che poi, come hanno fatto a trasmettersi tutti 'sti detti senza averci il tasto mi piace e condividi rimane pur sempre un bel mistero. Mah.

mercoledì 28 agosto 2013

I miei sentiti ringraziamenti

 
E così, per non far pagare una tassa a chi effettivamente potrebbe farlo senza tante storie, mettiamola nel di dietro ai soliti noti! Che bella idea, non trovate?  Cancellare l'Imu, pure per quel 30% che avrebbe potuto tranquillamente pagarla, e spalmarla in una nuova tassa che pagherà pure chi l'Imu non l'avrebbe mai pagata, non avendo case di proprietà, e chi se ne frega se tanti fanno parte di quei nove milioni certificati che faticano ad andare avanti.
Bella idea, bravi, era così semplice, e il tutto solo per far fuori più facilmente il nano di Arcore! Grazie Alfano, grazie Pdl, grazie Pd, grazie a tutti gli stronzi che continuano ad appoggiarli, grazie a Letta che cala le braghe per impedire che il nano faccia cascare il governicchio, grazie a Berlusconi, grazie pure a Grillo per non volere un'altra maggioranza. Grazie, grazie a tutti. Davvero.
Ma porca di quella.......


mercoledì 21 agosto 2013

Che a volte mi innamoro


A volte mi innamoro, e il bello dell'innamorarsi è che -ti accorgi dopo- avviene così per caso che fai pure finta di crederci, al caso, te che non ci hai mai creduto su altre cose, ma sulla musica, beh, sì, ci può pure stare. In fondo sì, è stato un caso, ma comunque che importanza ha? Quando ti innamori è una figata, perché inspiegabilmente vai in fissa su quella cosa, non vorresti nient'altro che quello e.... beh, che ve lo dico a fare!
E così mi ci sono proprio innamorato di questi quattro ragazzotti di Cambridge il cui nome corrisponde a Clean Bandit, tanto che da due giorni non ascolto altro, e mi viene da parlarne, postarli su faccialibro, e segnalarli e dire "Ehi, ma come fanno a non piacervi? Non vedete? I video (ideati da loro) sono così ben fatti che gente più famosa se li sogna, la musica è elettronica sì, ma con l'elemento archi che la rende decisamente particolare, e c'è hiphop e dub e classica e soul sapientemente mischiato e poi, cazzo, questi hanno buon gusto e non è poco di questi tempi, giocano a togliere, come i Morphine, come Pharrell..... ehi, EHI!!!!". Ma niente. Manco un risicato mi piace.
Scorgo inquietanti parallelismi con altri miei innamoramenti, ben più importanti, quelli reali: finirà con l'amico di turno che ammetterà di averli sempre ritenuti degli stronzi, immagino.

Clean Bandit - Mozart's house


mercoledì 14 agosto 2013

Sfogo di una notte di piena estate

 
Il caldo mi smonta, il caldo mi affloscia, ma è più una condizione mentale che fisica ché il caldo vero quest'anno se ne è rimasto lontano per fortuna, e però il caldo, l'idea di caldo, non mi piace lo stesso: son nato a settembre, in montagna, e per il caldo vero ho dovuto attendere almeno dieci mesi, per cui non lo so, sarà quello.
Non mi piace il caldo, non mi piacciono le cose legate al caldo: il mare, i frutti di mare, la sabbia fra le dita dei piedi, le creme abbronzanti, quelle protettive, il sale sulla pelle, le infradito, girare seminudi, lo stacco cromatico delle abbronzature, i tatuaggi esibiti, i locali coi condizionatori a palla,  la notte di San Lorenzo, le stelle cadenti ad appuntamento fisso, la musica estiva, la salsa il merengue la bachata il reggaeton e qualsiasi ritmo che sappia di caraibico compresi tutti quelli che ballano la salsa il merengue la bachata il reggaeton, e il fatto che alcuni li ballino bene non li assolve, è solo un'aggravante, le discoteche all'aperto, l'aperto, l'aggettivo solare, le persone definite solari e ancor più quelle che si autodefiniscono solari, le bevande ghiacciate, i gelati e le granite, le foto delle vacanze, quelle postate al ritorno delle vacanze, peggio, quelle che postate sui social mentre vi fate le vacanze: credetemi, se al ritorno avrete perso il bagaglio all'aeroporto un perché c'è!
Non mi piace il caldo, penso che l'unico motivo per cui si possa apprezzare il caldo è che la birra fresca ha certo più gusto, ma non mi piace doverla sudare dopo, non mi piace il sudore in tutte le sue manifestazioni, di quando sei al sole, di quando ti muovi sotto il sole, di quando corri sotto il sole, pure quello provocato da una qualche forma di amplesso non sopporto più, per quanto mi ci presti ancora volentieri.
Non mi piace il caldo, non mi piace il mare, non mi piace il sole. E' notte fonda ora, e godo alla sola idea.

Ex-Otago - The rhythm of the night


martedì 6 agosto 2013

Salga a bordo, cazzo!

 
Io non lo so quanti siamo a pensare che se le cose oggi stanno così nella recente storia italiota, cioè con un pregiudicato a tenere ancora in scacco un intero paese come da vent'anni a questa parte, un governo che lavora a fatica anche per questo motivo, una immobilità pressoché totale anche (ma non solo) per questo motivo, una buona dose di colpe se le dovrebbe prendere anche chi ha avuto l'occasione per modificare lo status quo e l'ha malamente sprecata, per inettitudine o per calcolo è ancora da stabilire. Non dico certo tutte le colpe, perché non sono stati sicuramente loro a causare tutto questo disastro (fatte salve le responsabilità collettive degli italiani nell'aver sopportato tutto questo, cosa che ci accomuna tutti), ma almeno la colpa di non aver permesso di provare a cambiare sì, quella i grillini dovrebbero prendersela, o meglio Grillo, che poi è come dire i grillini visto che uno-vale-uno-ma-ce-ne-è-uno-che-vale-di-più: sarebbe un atto di onestà intellettuale, oltre che di rispetto per il proprio elettorato, almeno quello non invasato. E invece il nostro scarica anche questa minima responsabilità, addossandola sul presidente della Repubblica, reo di aver voluto fortemente il pastrocchio attuale e di continuare a difenderlo.
Ora, va beh che la memoria in questo paese di pagliacci difetta parecchio, ma qui si esagera alquanto. Dimentica l'ex comico che dopo le elezioni Napolitano ha tenuto fermi i giochi per ben due mesi per permettere a Bersani di cercare una alternativa al cosiddetto inciucio come la logica dei risultati elettorali imponeva, se è vero che un buon 75% di elettori tra chi si è astenuto e chi ha votato diversamente da B. e banda, ha dato evidenti segnali di volontà di cambiamento, e l'unica logica alternativa era un governo Pd-Sel con l'appoggio esterno (condizionato quanto vi pare) del M5S se questi non volevano entrarci direttamente. Alternativa naufragata per l'ostracismo grillino.
Dimentica che Napolitano era già in pensione ed è stato richiamato in fretta e furia dato che non si è riusciti a trovargli una alternativa, anche grazie agli ostracismi grillini (intestardendosi su nomi che poco dopo avrebbero abiurato, la Gabanelli, Rodotà...), non concedendo nulla agli avversari in nome di una durezza e purezza che in quel momento solo i talebani del MoVimento gli chiedevano, certo non la maggioranza degli elettori grillini.
Dimentica che B. era morto e bastava seppellirlo, e che se ciò non è avvenuto è solo perché Grillo sogna funerali di massa, mentre sempre quel 75% per ora si sarebbe accontentato di tumulare il più pericoloso.
Dimentica che una volta rimesso sullo scranno Napolitano ha dovuto prendere atto che c'era una sola strada percorribile, ma solo perché le condizioni in essere erano quelle e solo quelle (qualcuno può dire che avrebbe potuto affidare il governo alle stelline, certo, se solo questi fossero stati in grado di indicare uno straccio di nome, ma manco quello è arrivato), per cui "ha consentito e avallato" quella che era l'unica soluzione possibile, data l'assenza grillina.
Dimentica che anche oggi basterebbe un niente a rendere possibile l'uscita di scena definitiva del caimano in versione coccodrillo, basterebbe quel famoso appoggio a un governo diverso (condizionato quanto vi pare), appoggio che non viene dato per via della durezza e della purezza.... vabbeh..
Dimentica che se è vero che Pd e Pdl sono corresponsabili dello sfascio attuale, permettergli di continuare a sfasciare mantenendosi duri e puri, è giocare sulla pelle di milioni di italiani in nome di una rivoluzione a data da destinarsi che non arriverà mai, perché i nostri padroni d'oltralpe non sono certo così imbecilli da farci arrivare al punto limite, e dimentica che il Pd e Sel, almeno il loro elettorato, sono cosa un po' diversa da altri elettorati, certo più vicine a quella volontà di cambiamento propria dei grillini, e non riconoscerlo è cosa oltremodo stupida.
Dimentica che se lui può permettersi di portare la ciccia a bagno, procrastinando come accaduto incontri istituzionali da lui stesso richiesti, milioni di italiani quest'anno se ne staranno a casa perché la voce "ferie" è stata forzatamente cancellata causa crisi.
Dimentica un po' troppe cose, e con lui la maggioranza degli italioti. Sento oggi in giro gente che ripete le balle raccontate a mezzo blog e ha fatto proprie le sue versioni dei fatti, per cui se siamo dove siamo è solo tutta colpa di Napolitano, è solo tutta colpa del Pd, è tutta colpa del Pdl. Certo questi hanno colpe gravissime, e sono sotto gli occhi di tutti, ma chi ora potrebbe e non fa, crede davvero di essere esente da colpe?
 
"Il compagno Lenin ci ha insegnato che per vincere il nostro nemico di classe, che è potente, che ha molti mezzi e riserve a sua disposizione, noi dobbiamo sfruttare ogni incrinatura nel suo fronte e dobbiamo utilizzare ogni alleato possibile, sia pure incerto, oscillante e provvisorio."
 
Antonio Gramsci, luglio 1925

sabato 3 agosto 2013

Che due palle!

 
Berluscò, e basta, su!
Non so se è più patetico un pregiudicato che piange a reti unificate la propria innocenza (dopo tre gradi di giudizio che lo condannano) o l'esercito di parlamentari leccaculo pagati per difendere l'indifendibile. Signori, fuori dal cazzo, abbiamo altro a cui pensare.

giovedì 1 agosto 2013

Vacanze forzate

Agosto, tempo di ferie, almeno un tempo lo era. In realtà adesso tutto procede come nei mesi precedenti perché al massimo le ditte chiudono per una quindicina di giorni, quelle che lavorano, con la differenza però che d'abitudine ad agosto tutto si blocca, e quindi pure se non ce ne sarebbe bisogno perché di fatto rispetto a luglio niente è cambiato (chi lavora continua a farlo, chi non lavora continua a non farlo, chi è in affitto come me viene parcheggiato) tutto finisce per bloccarsi: la mente umana è davvero strana.
Una volta di questi tempi la domanda era "dove vai in vacanza?", oggi il "dove" è tralasciato e il punto di domanda finale ha assunto un tono stupito. Non faccio vacanze da anni, questo è il terzo anno consecutivo che mi vedrà aggirarmi nei soliti posti, e anche quelle precedenti a pensarci erano sempre in qualche modo strappate via: questioni di soldi, che limitavano le possibilità non solo mie. Non è in fondo un gran sacrificio per me, non fosse che di sacrifici se ne stanno facendo su parecchi altri fronti, primo fra tutti il restare umani (perché siamo a questo, non ve ne siete accorti?).
Ma siamo ad agosto e tutto stranamente si blocca pure se non ce ne sarebbe bisogno, e io pure quindi rimango giocoforza bloccato. E va beh, prendiamola come una vacanza.

domenica 14 luglio 2013

Men and mice


Si diceva, mesi fa, di come la crisi abbia tirato fuori il peggio dalla gente. Immagino sia una questione di sopravvivenza, inteso come istinto, e non c'è nemmeno da dare colpe: è così, punto. Nei momenti di pericolo, si sa, le reazioni naturali sono due, o combatti o scappi. Il tutto si è aggiornato ai tempi, e oggi combattere equivale a opporre resistenza: cercare nei limiti di mantenersi integri sui propri principi, continuare nonostante tutto a vivere secondo quelli, decidere sempre in base a quelli, continuare a non accettare modelli di vita non propri etc etc etc.... la lista è lunga.  Scappare equivale a rimuovere: far finta che tutto sia come prima, allontanare chi ricorda che tutto non è più come prima, rifugiarsi in una miriade di attività inutili (almeno in questo momento) per poter continuare a pensare che tutto sia come prima, accettare compromessi su compromessi su compromessi (l'imperativo è stare bene, ma ho l'impressione che si equivochi molto su cosa davvero significhi). Detto fra noi, qua mi sembra tutto un fuggi fuggi, ma magari mi sbaglio. Io, per me, mi sento come immerso in un romanzo di Steinbeck. Il problema è che ancora non so se sia meglio essere George, oppure Lennie.

Roisin Murphy - Simulation


domenica 7 luglio 2013

Cacciar via

Nicoletta Ceccoli - Crows

"Ho letto il tuo post. Ti sta salendo la carogna?" chiede l'amica reale.
In effetti forse un po', ma questo blog spesso è solo lo sfogo di un momento, un modo per mandar via ciò che non aggrada, una forma di resistenza, in qualche modo. Per cui la carogna sale, posti, ti rileggi, la carogna si allontana. Terapia alternativa.

sabato 6 luglio 2013

Partecipa all'evento

 
Ieri sera era un venerdì d'estate, e i venerdì d'estate ormai in tutti i paesi e paesini e cittadine dell'italico suolo si consuma l'evento catartico di rimozione della realtà: aperitivi e cene e libagioni e spettacoli d'arte varia consumati in piazza a ritmi diversi in ogni cazzo di posto. Qua in provincia, ma pure in città il discorso è lo stesso con i quartieri al posto dei paesi, la stessa identica cosa, ma con minore distanza.
Ho girato ieri sera per una mezz'ora circa nel bordello di facce e di suoni scandalosi emessi da una sottospecie di gruppo rock su un palco, prima di rompermi del tutto i coglioni e tornarmene a casa: ho altri cazzi, mi dispiace.
Ho che fra una settimana mi scade il contratto e nessuno mi ha ancora detto nulla sulle intenzioni che hanno, per cui ad oggi non so se fra otto giorni lavorerò ancora. Ho che se anche questi mi confermano, la paga è talmente da fame che a stento farei il giro del mese, ma la paga è sindacale, per cui la coscienza di chi ti da quattro soldi per il tuo lavoro è a posto, e mi chiedo se anche quella di chi ha sindacato quelle paghe lo sia. Ho che per carattere queste cose mi danno in testa, e devo continuamente ricordarmi di stare molto calmo per arginare lo stress. Ho che ogni idea per tentare di uscire da questa situazione per buona o brutta che sia va a cozzare sul muro della maggioranza degli altri, che non è manco di gomma, è solo un buco nero che fagocita qualsiasi cosa e da cui non ritorna nulla, ma proprio nulla, per cui sai di essere solo, quasi completamente solo. Ho che vedo in giro una situazione surreale: conosco più gente disoccupata, precaria, in cassa integrazione o in mobilità che gente che lavora, e pure chi lavora stabilmente è alle prese con stringimenti di cinghia impensabili anni fa e con l'accettare compromessi su compromessi su compromessi fino a che (ve lo dico, nel caso non lo sappiate) non ci sarà più niente da compromettere. Ho che vedo chi in passato ha avuto il pelo e il coraggio di scegliersi la propria vita, seguire il proprio essere senza dover per forza prevaricare sugli altri, pagare questa scelta oggi per colpa di chi intanto è rimasto fermo ad accettare compromessi su compromessi su compromessi e di chi nel frattempo ne ha approfittato. Ho che so che basterebbe che tutti (tutti) ci fermassimo, solo questo. Ma mangiare ancora si mangia, e venerdì sera c'è l'evento: partecipa anche tu.

domenica 23 giugno 2013

Cuori nascosti

 
Il tutto riacquista una dimensione innaturale, almeno per me, ricollocato come sembra in una calma sonnacchiosa fatta di cose normali: il lavoro quotidiano, le uscite serali, i contatti tranquilli, gli scambi d'opinione che seppure ti riguardano sono espressi col distacco di chi parla di altri e non di sé. Seppellito, sembra, il vivere le parole sulla propria pelle, di più, nel proprio intimo se non nel cuore, e in tutto questo non c'è più dolore, ma nemmeno quella gioia di cui conservi memoria. Ci si prende una pausa dal vivere insomma, e si ridiventa parte di quel niente che pare tutto agli occhi della maggioranza. Manca un tassello che me lo faccia accettare, e so bene qual è. Il brutto è che tu o un'altra oggi non fa più differenza.

KT Tunstall - Hidden heart


sabato 22 giugno 2013

Dreams


"Sei un sognatore", dice, e io in verità non so come interpretare la cosa, se prenderla bene nel senso che di sogni da inseguire ne abbiamo necessità ed è giusto abbandonarcisi e quindi la cosa in fondo mi fa piacere, oppure male, nel senso che viver di sogni ti allontana dalla realtà, col rischio di doverti svegliare magari un giorno, oppure, peggio, che i sogni si trasformino in incubi e la realtà in un inferno, e a volte pure è avvenuto, vedi l'estate scorsa. Ma per dirla con Sogno degli Eterni "che potere avrebbe l'Inferno se i dannati non potessero sognare il Paradiso?".
 

lunedì 17 giugno 2013

Scatole vuote

 
E poi tutto riparte: un nuovo lavoro a rimettere le basi, non proprio quello che vorrei, ma utile per ricominciare a muoversi; un nuovo progetto in embrione, che varrà la pena seguire anche solo per dar sfogo a quella creatività che è vitale, ma che se andasse in porto... beh, sarebbe davvero una figata (credetemi sulla parola); amicizie recuperate, e sono quelle su cui comunque non avevo dubbi.
Un ciclo si è chiuso dunque, a livello di sensazioni, e stavolta è durato otto anni. Non ne ho ricavato granché dal punto di vista pratico. Se mi guardo indietro vedo sacrifici che non hanno portato a niente, situazioni professionali insoddisfacenti e qualcuna per niente piacevole (e il rimpianto per aver lasciato andare quello che mi ero conquistato con fatica, dato il nulla che ne ho avuto poi  in cambio, è stavolta presente: c'è sempre una prima volta), rapporti umani su cui potrei stendere un velo pietoso nella maggior parte dei casi, e sono quelli poi alla fine che hanno fatto più male. Sinceramente, non è che ne avessi necessità, ma credo nel karma, e qualcosa da scontare è probabile lo avessi, e comunque mi è servito, se non altro a farmi decidere di non perdere tempo con chi proprio non ci si piglia. C'è un universo umano di cui non faccio parte, e di cui in ultima analisi non voglio far parte: se il prezzo da pagare è inseguire tutte quelle cose che sono solo contorno, già in partenza secondarie, un continuo fare cose vedere gente fine a se stesso (o a sé stesso, che hai voglia quanto ci si usa),  beh... preferisco rimanermene ai margini a cercare ciò che davvero mi importa: c'è il rischio di cadere, ovvio, ma vuoi mettere con l'accontentarsi?  
E quindi bene, è andata anche stavolta, e poco importa se ho incontrato solo una montagna di scatole vuote.

Morphine - Empty box


venerdì 14 giugno 2013

Vale anche a 45 anni



"La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto 65 anni, è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare."

Jep Gambardella (Toni Servillo)
La Grande Bellezza

giovedì 13 giugno 2013

Catarsi


C'è un che di confortante nel sentirsi stanchi fisicamente, qualcosa a che vedere col sentirsi a posto con la coscienza nell'aver portato a casa la pagnotta in maniera finalmente ufficiale e che autorizza a lasciarsi andare a un sano cazzeggio serale. Il mio oggi l'ho fatto insomma, e lascia stare che il mondo che ho ritrovato con questo nuovo/vecchio lavoro è rimasto fermo a livello di paghe esattamente dove lo avevo lasciato dodici anni fa (la parentesi di tre mesi in quella sottospecie di lager lasciamola stare). Bisogna considerare tutto, da dove si viene e dove si vorrebbe andare,  e nel tutto ci mettiamo che questa per me è una ripartenza a tutti gli effetti (si è chiuso un altro ciclo), alle ristrettezze mi ero abituato già da prima che questa crisi del grancazzo arrivasse per cui siam sempre lì, fiduciosi comunque nello stellone che sempre interviene quando c'è bisogno, che prima o poi le mie limitazioni finalmente cadranno, e se non dovessero cadere.... beh, alla peggio l'avremmo vissuta senza vendere il culo: di questi tempi è già una gran cosa.
La mia stanchezza di oggi però non è solo fisica, e lo so bene. Anni di botte emotive una dietro l'altra lasciano il segno, costringono giocoforza a una espansione che richiama altra emotività, e il circolo si fa certamente vizioso, ma ci si abitua, specie se riesci ad accettarlo.
In questa decrescita forzata il distacco dal resto è aumentato, ma la sostanza ha preso in larga parte il posto della forma e questo credo sia un bene, anche se ciò finisce per  allontanare da un mucchio di cose e da un mucchio di gente. Anche da te, ed è un peccato.

martedì 30 aprile 2013

Fine della fiera

 
Dunque governo, di larghe intese come nelle previsioni, con due mesi di ritardo, ma tutti contenti. Contenta l'ala europeista filomontiana, filoberlusconiana, democristiana fin nel midollo che appesta il Partito Democratico e che ha mandato gambe all'aria il partito pur di arrivare dove le previsioni della vigilia portavano e dove tutti quelli che tirano le fila del carrozzone volevano.
Contento Berlusconi, unico vero vincitore di questi due mesi non previsti. Contenti i grillini, di poter continuare a sbraitare standosene comodamente all'opposizione.
Ora, io ho votato controvoglia un residuato che in partenza si sapeva perdente, Rivoluzione Civile, con l'unica speranza di spostare un po' più a sinistra il baricentro del Parlamento, ché se tutti tirano a destra e non sei d'accordo l'unica è tirare dall'altra parte, ma forse avrei fatto meglio a rimanere nella mia idea iniziale: se il sistema è marcio, l'unica è non alimentarlo.
E' successa una cosa non prevista che ha scompigliato i piani e ha portato al ritardo dell'attuazione di quanto programmato. La mole di voti presa dal Movimento Cinque Stelle ha spiazzato tutti, Grillo in testa, chiamato a un gioco che non era nella intenzioni e si è persa una occasione storica, di riuscire davvero a cambiare qualcosa.
Io resto convinto (ma è una mia idea, non confortata da nulla) che se i grillini avessero accettato quanto Bersani gli andava proponendo le cose avrebbero potuto davvero prendere un'altra piega, perché quel cristo di un segretario pur con tutti i suoi difetti comunque guardava a sinistra (non avrebbe fatto un accordo solo con SEL, non avrebbe cercato in tutti i modi una sponda nel M5S), e ci ha provato in tutte le maniere a farsi seguire, pure umiliandosi, cercando di far vedere la direzione e dicendoglielo pure in quella pagliacciata di diretta streaming ("non vorrei che passassimo dal possiamo fare, all'avremmo potuto fare": ecco, ci siam passati!).
Ma ai grillini queste cose non le puoi dire, perché loro son duri e puri e mischiarsi figurati mai e chissà che fregatura ci sarà stata sotto e figurati se Bersani sarebbe poi uscito dall'euro (!?) e una serie infinita di stronzate varie tutte volte a scaricarsi la coscienza, tra cui siam qui a distruggere i partiti e cominciamo dal più debole, poco importa se ti tieni il più forte e pericoloso, quel Berlusconi che era morto, bastava un niente a seppellirlo, ed è stato resuscitato, e ora voglio proprio vedere come lo cacci via.
A chi ha votato sinistra radicale manco glielo puoi dire, ché la colpa è del Pd, è tutta del Pd, è sempre del Pd, che se avesse votato Rodotà, e se avesse accettato l'apertura (bah, va a sapere, comunque tardiva) di Grillo, e se non fosse un ignobile miscuglio di ex democristiani e ex comunisti all'acqua di rose (come se ciò non fosse noto dalla nascita), che però chissà perché si è continuato a chiamalo "sinistra".
A chi vota destra inutile dire niente (e che gli vuoi dire? questione di lingua, proprio) e insomma alla fine non puoi dire niente a nessuno e siamo qua (quanto è comodo e quanto è bello e quanto è rassicurante, il già conosciuto), di nuovo a criticare come al solito il governo che fa schifo, e firmeremo nuove petizioni, e ventileremo nuove manifestazioni, e diremo che ci vorrebbe più piazza, e pure ci sarà chi si compiacerà dei grilletti in Parlamento che non gliele mandano a dire, senza considerare che serve a niente mandargliele a dire a chi manco ti sta a sentire, che sono anni qua che gliele si manda a dire, talmente abituati a mandarle a dire che quando arriva il momento di fare, manco si sa da che parte iniziare (vero, stelline?).
Insomma tutto è stato risolto, ognuno è al suo posto naturale, chi ha sempre comandato a comandare, chi da sempre è comandato a farsi comandare. Fine della fiera.

lunedì 22 aprile 2013

Basta avere l'ombrela

 
Ok, il Pd si è suicidato, lo speravamo tutti quanti, ma il momento scelto mi sembra quantomeno sbagliato, e però il tempismo non è mai stato il suo forte e allora vabbeh....
Ok, c'abbiamo uno che spara parole a muzzo e poi si corregge, e poi le rispara e poi si ricorregge, e richiama milioni in piazza, se ne presenta un decimo forse e li rimanda a casa, e andrà avanti così, dire e contraddire, armiamoci e partite, che non lo sapete?
Ok, c'abbiamo un sacco di gente che non sa più da che parte si deve girare, si guarda attorno spaesata ed è pronta a saltare sul carro di quello che spara parole a muzzo e poi si corregge, e chi lo sa, forse a furia di girare prima poi si dovranno pur fermare, e speriamo sia dalla parte giusta. 
Ok, io non ho un lavoro, lo cerco e non lo trovo e qualcosa mi dovrò inventare, emigrare magari, ma va bene, va bene, va sempre tutto bene. 
Ok, fuori piove a tratti, l'umore oggi è un po' sul non saprei, ma ripensando a quanto sopra mi vengono in mente parole di canzoni allegre, una in particolare, più che una canzone un manifesto, sempre attuale.

domenica 21 aprile 2013

venerdì 29 marzo 2013

Buddy Pope


Prima dell'elezione del nuovo pontefice ho postato un frammento del film Dogma di Kevin Smith, quello del Buddy Christ (Cristo Compagnone nella traduzione italiana), auspicando un cambiamento nella Chiesa Cattolica. Mica pensavo mi prendessero alla lettera.
Santità, si scherzava.

sabato 23 marzo 2013

Che non è tanto il cercare



Il problema è trovare.

Acqua


“Ti ricordi quella volta”, mi dicesti, “in cui ti ho cercato per giorni interi senza trovarti. Ero preoccupato e stanco, di correrti dietro a vuoto, come un cane con la sua coda”.
Cane, coda? Di che parli? Sono sempre stata qui. Sì, forse, te lo concedo, ho avuto anni travagliati. Ingombranti da portare. Ma per te ero sempre qui.
“Sempre qui ma con l’animo altrove. A correr dietro a sogni vaghi, a vite sempre in costruzione. Fondamenta gettate e poi rifatte, una, tre, dieci volte e più. Sfiancante da seguire”.
Eri teso mentre parlavi. Cercavi dentro te le parole giuste, ma ti conosco: le parole le avevi scelte con cura, in chissà quanti monologhi mentali, per poterti presentare a me a dire quello che pensavi da tempo.
Bastardo.
Ecco, l’ho detta finalmente, la parola.
Dovrei provar sollievo. Riconoscerti per ciò che sei, fuori dagli sguardi menzogneri dell’amante, compagna, moglie. Vederti finalmente senza la struttura che ti avevo voluto dare: uomo perfetto, amante ideale, bello brillante giovane.
Per te ho lasciato uomini, di gran lunga migliori. Ho tagliato i ponti con quello che avrei dovuto essere. Rinunciato, barattato. Scelto.
Dovrei provar sollievo.
 
“Sei sicura di quello che fai?”
Anche tu, papà, ti ci metti anche tu?
“Sei sicura di quello che fai?”
Sì. Cioè, forse, non so.
“Sei sicura di quello che fai?”
Sì, sono sicura. Sicurissima. Assolutamente certa.
“E’ molto giovane”.
Non così tanto giovane.
“Tutti quegli anni tra voi. Peseranno”.
Ma perché? Cioè, chi lo dice?
“Peseranno”.
Avevi ragione (“tutti quegli anni”). Ma ti prego basta. (“peseranno”).
 
Il cielo fuori è grigio, ancora. In questa stanza c’è poca luce. Va avanti da settimane. Piove di continuo, da talmente tanto che mi sembra impossibile possa esserci mai stato il sole.
Anche quando ti conobbi pioveva. Entrai nel bar sottobraccio alla mia amica, quella che tu conoscevi bene. Ridevamo. La pioggia ci aveva colto all’improvviso, obbligandoci a una corsa giovanile e inutile per cercar riparo.
Tu eri seduto a un tavolo, al solito da solo, con la tua aria da maledetto che tanto ti piaceva. Giocavi a fare il poeta. Davanti a te un liquore dal gusto amaro (te ne chiesi), il quaderno da cui non ti separavi mai, in mano la penna. Giocavi a buttar giù pensieri sconnessi, guardando il mondo da dietro gli occhiali portati più per vezzo che per necessità. La barba sfatta, i capelli fintamente scompigliati, quell’aria altezzosa e superba.
Mi colpì il modo in cui parlavi. La tua voce aveva una cadenza lenta e volli vederla dolce.
Sorridesti nel vederci, me e la mia amica, coi capelli bagnati, starnutire all’unisono.
Quella sera, a casa, ti pensai. Mi stupì rendermene conto. Poi, i giorni seguenti, passai più volte in quel bar, sperando di trovarti. Non so cosa cercassi venendo lì, se te oppure me.
Mi scoprivo la sera a pensare sempre più spesso a quello che avevo. Tiravo giù le somme di una vita finora senza pensieri. Mio marito, il mio ex marito, non si accorse di nulla.
Quando gli dissi che me ne andavo restò attonito, incapace di comprendere. Gli sfuggiva il senso di una scelta che gli parve avventata e stupida.
 
“Ti pentirai”
Pensa a te.
“E’ una infatuazione, un capriccio”.
Non capisci, non hai mai capito.
“Buttare tutto all’aria per un ragazzino”
Non è un ragazzino. E’ molto più uomo di quanto tu non lo sia mai stato.
“Ti pentirai”.
Forse. Son fatti miei
“Un ragazzino”.
Avevi ragione anche tu (“ti pentirai”). Contento ora? (“un capriccio”). Ma infatuazione certo no.
 
Mi portasti a vivere in questo posto. Mi piaceva. Non aveva nulla di quello che avevo lasciato e per questo mi piaceva. Barattare una cosa per un'altra simile non avrebbe avuto senso. Meglio stravolgere tutto. Ricominciare da capo. Riprendere in mano i fili interrotti anni prima per amor di convenienza. Rituffarsi nuovamente nei sogni giovanili, con qualche ruga in più, con un conto in banca migliore, le spalle coperte da una precedente vita. L’occasione per mettere in pratica tutto quello che avrei voluto fare. Continuare a lavorare, certo, cercando libri da pubblicare, come ho sempre fatto. Ma con spirito diverso, l’arte per l’arte e non per guadagno.
Era quello che tu dicevi sempre, che mi ripetevi ogni qualvolta cercavo di indirizzare le tue cose. Criticavi il mio voler cercare il consenso del pubblico, dandogli quello che si aspettava. Belle storie, semplici e lineari. Passatempi per la mente più che nuova linfa.
Ti introdussi nel mondo dei libri. Pubblicasti, finalmente, uno, poi un altro. Eri bravo, devo ammetterlo.
Mentre tu godevi del successo io cercavo nuove strade, per te e per me. Le tue si aprivano facili, le mie erano tortuose e strette.

“Lavori troppo”
Non mi sembra.
“Lavori troppo”
Cerco di realizzare.
“Hai l’aria stanca”
Non è facile mandare avanti le pubblicazioni e poi scrivere, anche.
“Stasera esco”
Va bene. Ho da scrivere.
“Stasera non ci sono”
Di nuovo? Dove vai?
“Non ci sono”
Hai un’altra?
“Che sciocchezza!”
Hai un’altra?
“Non complichiamo le cose”
Hai un’altra!
“Lavori troppo”
 
Bastardo.
 
Questo bagno schiuma è l’unica cosa che mi hai lasciato. Lo usavi sempre e a lui devi quell’odore dolce che lasciavi in giro. Non eri tu. Era un volgare sapone alla pesca.
Mentre lo verso nell’acqua calda della vasca mi accorgo che è quasi terminato. Non so se ne comprerò un altro simile. Mi ricorda troppo te.
Forse sì. Una volta ancora.
Mi immergo nell’acqua cercando sollievo. Il vapore che sale riempie la stanza di condensa. Sulle mattonelle cominciano a formarsi una miriade di gocce, pesanti, scivolano in basso, formando rivoli di acqua dalle molteplici forme.
Acqua. Spinta vitale. La cerco consapevolmente ora. Mi immergo nell’acqua tutti i giorni e ci resto ore. Tento di riprendermi ciò che mi hai tolto affidandomi all’elemento della nostra storia, scivolata via veloce, come un fiume gonfio di pioggia.
Chissà dove sei ora, giochi ancora a fare il poeta?
 
“Piove lacrime di sale
La terra”


Che stronzata.

giovedì 21 marzo 2013

Premesse sbagliate


"Il M5S è stato il primo per numero di voti alle ultime elezioni" dice il comico. Non è vero. Il PD è primo per numero di voti, il M5S ha preso una manciata di voti in più rispetto agli altri alla Camera, molti meno al Senato, ma questo solo in Italia, senza contare cioè i voti degli italiani all'estero (potete fare i vostri conti direttamente alla fonte ufficiale qui). La schifezza di legge elettorale con cui siamo obbligati a votare premia comunque le coalizioni, e anche in questo caso il M5S non è primo per numero di voti, considerato che i pentastelluti son troppo puri per mischiarsi con qualcuno. Quindi, se la premessa è sbagliata, rivendicare un incarico di governo come hanno fatto Grillo e i suoi portavoce non ha senso. Rivendicare ruoli di vigilanza ne ha un po' di più, ma sarebbe ora che le stellette scendessero sulla terra e cominciassero a dialogare con le altre forze politiche: sono in Parlamento e in Parlamento, lo dice la parola stessa, si parla. Dubito gli concederanno alcunché (non si capisce perché uno debba mettersi in casa qualcuno che te la vuole sfasciare), e quindi gli stellati potranno portare avanti il loro piano di durezza e purezza che il successo elettorale aveva scompigliato. In attesa di capire da che parte son girati, forse.

mercoledì 20 marzo 2013

Perché live è live



Ecco, forse in quanto a balletti con aste varie David Byrne gli dava dei punti, però questa Wishing Well versione live di Sananda Maitreya aka Terence Trent D'Arby superava di gran lunga l'originale in studio.
Secondo me, neh.

lunedì 18 marzo 2013

Changes? What changes?


Cambiamenti, dice. In effetti ci sto pensando e non sarebbe una cattiva idea, anche solo per variare un po', ma purtroppo presuppongono quasi tutti esborsi economici che, visti i tempi, non mi posso permettere di affrontare, ma qualcosa bisogna pur fare.
Dice cambia look, e in effetti devo tagliarmi i capelli, potrei approfittarne. La fase capello lungo l'ho già avuta in altri tempi, ora potrei adottare un look più moderno, sul genere calciatore crestato che oggi sembra piacere tanto, ma andare ai colloqui di lavoro con la capigliatura alla Hamsik non è proprio consigliatissimo, e poi anche gel e lacche hanno il loro costo, e siamo sempre lì.
Cambiare guardaroba costa pure quello soldi, e ci si limita da tempo all'essenziale; cambiare auto manco a parlarne, casa che te lo dico a fare... insomma, qua bisogna cercare cambiamenti economici, nel senso dello spender poco, che non è che si sia tirchi, è proprio che non se ne hanno!
Quindi, dice, lavora su te stesso, quello è gratis.
Ora, non è che io non ci abbia voglia di lavorare su me stesso, ma mi sembra una di quelle cose che lasciano il tempo che trovano, in fondo chiunque campa lavora bene o male su se stesso. Non fanno lo sforzo di saperlo, dice, e questo deve essere vero, data la quantità di stronzi che vedo in giro, però pure quelli che dicono apertamente di lavorare su se stessi non mi pare ottengano grandi risultati. Che vuoi che ti dica, sarà che sono meridionale e un certo fatalismo ce l'ho innato, ma penso che signori si nasca e stronzi pure, e a quest'ultima cosa purtroppo non c'è rimedio.
Ma prendiamola per buona sta cosa, perché è una bella cosa alla fine e fa tanto figo dire che stai lavorando su di te, e però.... da dove iniziare?
Potrei smettere di collezionare epiteti, magari, e non sarebbe una cattiva idea (è pure a costo zero), visto che ultimamente si è passati da "presuntuoso" "arrogante" "intollerante" "fallito", argomentati con lunghe disquisizioni sul mio passato operato, ai più diretti e figurati "stronzo" e "testa di cazzo". Segno dei tempi, con l'avvento di twitter è di moda la sintesi e ci posso fare ben poco, e però se lo chiedi a me io tanto stronzo e testa di cazzo non è che mi ci senta del tutto, ma potrei sbagliare.
A proposito di errori potrei smettere di innamorarmi delle persone sempre sbagliate, e cominciare ad innamorarmi delle persone giuste. Ne ho pure conosciute di persone giuste, di quelle che dici però cacchio com'è che non mi innamoro di questa qui, e l'unica spiegazione che mi do è che siccome non è cosa che fai a comando, che non è che scegli come al supermercato, è più una cosa di culo che alla fine diventa presa per il culo se finisce male. Tutto qua. E' solo naturale tendenza ad innamorarsi delle persone giuste per qualcun altro, e valla a cambiare la naturale tendenza, se ci riesci.
A pensarci di cose per cambiare in teoria potrei farne tante, ma poi alla fine, l'ho già detto, non è che la faccenda mi entusiasmi troppo. In teoria potrei smettere di dire quello che penso, ad esempio, e glissare sulle idiozie che sento in giro per non farmi trascinare in polemiche che non portano mai a niente; o smettere di agire per come penso, che poi è la cosa che più mi frega nel senso che mi si ritorce contro. Abbozzare è la parola chiave, ma ho difetti di pronuncia, e qualcosa vorrà dire. Insomma, non è che mi riesca tanto bene a mandar giù quello che non mi aggrada, alla lunga vieni sempre fuori per quello che sei, qualsiasi cosa sei, anche se le conseguenze dell'andare controcorrente, o almeno del pensare di farlo, sono piuttosto pesanti.
Potrei cambiare, o meglio dovrei cambiare. In teoria. In pratica a farlo in maniera forzata mi sembrerebbe di diventare qualcun altro, con modi diversi, usi diversi, linguaggi diversi, pensieri diversi, e non è che mi piaccia tanto l'idea: dovrei rinunciare all'essere presuntuoso e arrogante, e non vorrei con questo deludere troppa gente.
Dice, non è che devi cambiar tutto, lascia andare solo quello che non va. Che vuoi che ti dica, sarà il fascino del perdente, ma io mi ci sono affezionato alle cose che non sono andate, ché se ho imparato qualcosa è proprio da quelle, mica da quelle andate bene. E poi mica dipende tutto da te, magari fosse così, anzi, il più delle volte te ci puoi fare proprio nulla. Il fatto è che gli altri esistono, si muovono pensano ed agiscono, in una maniera che appare spesso incomprensibile. Limite mio, lo ammetto, che non so stare al mondo. Magari sarà che ognuno lavora su di sé e quindi pensa solo a sé, ma se ci penso le fregature maggiori, quelle che davvero bruciano e fanno star male, le ho avute proprio da chi pensando al proprio interesse ti passa sopra come un carro armato: capirete, se non hai altre armi l'unica è scansarsi e sperare che finisca in un fosso.
Comunque alla fine facciamo così, io per ora mi tengo per quello che sono, ché ci ho messo troppi anni a diventare me e mi spiace buttare via il lavoro pure se è venuto male. Per il resto una cura prima o poi verrà, i cambiamenti saranno quelli che saranno e riguardo ai carri armati, beh, che vi devo dire, spero solo che il fosso sia profondo.

Babalot - Bruciare


lunedì 11 marzo 2013

Che ne sono sempre più convinto



And I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I’m dying
Are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very very
Mad world

sabato 9 marzo 2013

Consapevolezze

"Tu sei solo, e lo sai. Tu sei nato per vivere sotto le ali di un altro, sorretto e giustificato da un altro, che sia però tanto gentile da lasciarti fare il matto e illuderti di bastare da solo a rifare il mondo. Non trovi mai nessuno che duri tanto; di qui, il tuo soffrire i distacchi - non per tenerezza. Di qui, il tuo rancore verso chi se n'è andato; di qui la tua facilità a trovarti un nuovo patrono - non per cordialità. Sei una donna, e come donna sei caparbio. Ma non basti da solo, e lo sai."
 
Cesare Pavese - Il Mestiere di Vivere - aprile 1947

Portishead - Roads


mercoledì 6 marzo 2013

Punti di vista


Piove, e la pioggia è sempre un po' così. Deprime, dice, ma non è poi così vero, in fondo è solo acqua che viene giù, a volte a pulire. Che poi anche lì, la depressione o presunta tale, bisognerebbe cominciare a guardarla davvero da un altro punto di vista così come han fatto alcuni ricercatori giapponesi, e salta fuori che il problema è ribaltato: non sono io ad esser depresso, sei te che ti illudi di essere ciò che non sei. Ma lasciamo perdere, anche qui, che è inutile stare a spiegare. Hai voglia a dire che la malinconia è solo un aspetto del tutto, la riconosci perché conosci il suo contrario, una bellezza ce l'ha pure lei se solo sai vederla, e quelli che a tanti sembrano baratri sono solo profondità. Non arrivarci mai è un problema, ma non certo mio.
E comunque non ho voglia di stare a spiegare come anche una giornata di pioggia sia comunque bella, dove basta una risposta inaspettata a una domanda a salvarla, la giornata. Le altre risposte, quelle in cui speri, non arriveranno mai, forse proprio perché le aspetti, o forse solo perché non dipendono da te, ma da chi non è in grado di fornirne. E questo, alla lunga, stanca.