Il tutto riacquista una dimensione innaturale, almeno per me, ricollocato come sembra in una calma sonnacchiosa fatta di cose normali: il lavoro quotidiano, le uscite serali, i contatti tranquilli, gli scambi d'opinione che seppure ti riguardano sono espressi col distacco di chi parla di altri e non di sé. Seppellito, sembra, il vivere le parole sulla propria pelle, di più, nel proprio intimo se non nel cuore, e in tutto questo non c'è più dolore, ma nemmeno quella gioia di cui conservi memoria. Ci si prende una pausa dal vivere insomma, e si ridiventa parte di quel niente che pare tutto agli occhi della maggioranza. Manca un tassello che me lo faccia accettare, e so bene qual è. Il brutto è che tu o un'altra oggi non fa più differenza.
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