venerdì 28 febbraio 2014
mercoledì 26 febbraio 2014
Not just a ride
L'ho conosciuto tardi. Per dire, fino a un paio di anni fa sapevo vagamente chi fosse. Lo avevo già incrociato, sul finire degli anni '90 sulle pagine di un fumetto, Preacher di Garth Ennis e Steve Dillon (questo per quanti ritengono i fumetti robe minori, ma tant'è...), ma all'epoca non gli avevo dato il giusto peso e la cosa era finita lì, fino alla segnalazione di una amica un annetto fa.
Un comico Bill Hicks, sui generis, uno di quei personaggi che fatichi ad inquadrare perché distratti dalle etichette che ti fanno preferire altro e per cui lo lasci ai margini, non lasciandolo entrare. O forse, più probabile, non entra perché non sei ancora pronto ad accoglierlo e se lo fa, se ti entra dentro, è perché lo avverti e lo vivi in una maniera diversa, e non ne esce più. Le cose che gli senti dire non le ascolti e basta, solo con le orecchie e la mente, le hai vissute anche tu, toccano altre corde. Ci ridi sopra, perché le hai pensate anche tu senza avere il coraggio di dirlo apertamente, ma lo avverti, dentro, che le sue parole non hanno solo la funzione di darti momenti allegri, mirano ad altro, smuovono altre cose, aprono scenari diversi, mondi migliori, dove dopo viverci è più piacevole.
Bill Hicks ha terminato il suo giro di giostra esattamente venti anni fa, giovane, come una di quelle rockstar che rimpiangeva, nella maniera che sappiamo. Se sono vere le parole di Leopardi per cui "chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo come chi ha il coraggio di morire", questo lo rende due volte padrone, e se è vero che in fondo è solo giro, è anche vero che non tutti i giri sono uguali.
Chi volesse approfondire guardi qui.
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It's just a ride - Bill Hicks
martedì 18 febbraio 2014
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